Insonnia e disturbi del sonno

Che cosa sono i disturbi del sonno

Quando si parla di disturbi del sonno si fa riferimento a un gruppo di disturbi che possono incidere non solo sulla quantità di tempo che riusciamo a dedicare al sonno, ma anche sulla qualità di quest’ultimo, tenendo in considerazione anche la compromissione delle attività diurne conseguente a un alterato e non soddisfacente ritmo sonno-veglia. Come riporta il più recente manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM 5, 2014) i disturbi del sonno si dividono in diversi disturbi, tra cui possiamo annoverare il disturbo da insonnia, il disturbo da ipersonnolenza, la narcolessia, i disturbi del sonno correlati alla respirazione, i disturbi dell’arousal del sonno REM, la sindrome da gambe senza riposo e il disturbo del sonno indotto da sostanze/farmaci.

I sintomi dell’insonnia

Il disturbo del sonno più diffuso è il disturbo da insonnia. I sintomi dell’insonnia sono:

  • Difficoltà ad addormentarsi ed iniziare il sonno
  • Difficoltà a mantenere il sonno che è disturbato da frequenti risvegli e/o difficoltà a riaddormentarsi
  • Risveglio precoce al mattino con conseguente difficoltà a riaddormentarsi

L’alterazione del sonno è fonte di disagio significativo tanto da compromettere le normali abitudini di vita e si verifica almeno tre volte a settimana per un periodo di almeno tre mesi e non è attribuibile agli effetti di una sostanza.

Oltre ai sintomi dell’insonnia ascrivibili principalmente alle ore notturne, non vanno dimenticati i disagi che si possono provare durante il giorno tra cui:

  • preoccupazioni relative al sonno
  • maggiore affaticabilità
  • senso generale di malessere spesso associato ad un tono dell’umore alterato e una maggiore irritabilità
  • diminuzione della capacità di concentrazione con un possibile peggioramento nel rendimento sociale e lavorativo
  • sintomi fisici, quali mal di testa, fomicolii, stati tensivi, sintomi gastrointestinali


Esordio, decorso e possibili cause dell’insonnia

Il disturbo da insonnia può verificarsi in ogni momento della vita, anche se solitamente il primo episodio si verifica più comunemente tra i giovani adulti. Può iniziare talvolta nell’infanzia e nella prima adolescenza, ma accade assai più raramente ed è per lo più legata a fattori di condizionamento per i bambini (es: mancanza di orari costanti, oppure se il bambino non ha mai imparato ad addormentarsi/riaddormentarsi in assenza di un genitore) e a orari irregolari del sonno negli adolescenti. Per quanto riguarda il sesso femminile talvolta l’insorgenza dell’insonnia può coincidere con il periodo della menopausa. Per ultimo, relativamente all’insorgenza del disturbo da insonnia in tarda età questo spesso è associato ad altre condizioni mediche e di salute per lo più legate ai normali cambiamenti correlati all’età.

L’insonnia può essere situazionale, persistente o ricorrente. L’insonnia situazionale dura da pochi giorni a poche settimane ed è per lo più legata a eventi di vita stressanti, ma anche a cambiamenti repentini delle abitudini e/o dell’ambiente. Solitamente in questi casi una volta scomparso o risoltosi il fattore precipitante, anche l’insonnia svanisce. Tuttavia può capitare che, nonostante non vi siano più le condizioni precipitanti iniziali, il disturbo persista; in molti di questi casi la tipologia del sonno può variare da notte a notte passando da molte notti in cui la qualità del sonno e la quantità di ore dormite sono scarse, a una o due notti di sonno riposante. Resta comunque il fatto che la percezione soggettiva sia spesso quella di un riposo non soddisfacente, cui spesso si associano credenze disfunzionali relative al sonno che facilitano il reiterarsi del disturbo. Tali preoccupazioni, se persistenti, possono trasformarsi in rimuginio e si cercano perciò delle soluzioni fai date a questo problema che però nella maggior parte dei casi non sono d’aiuto. Oltre alle preoccupazioni relative alla propria insonnia che attivano e alimentano l’ansia facilitando la creazione di un circolo vizioso che altro non fa che continuare ad alimentare il disturbo, ci sono anche dei comportamenti ascrivibili a un quadro di scarsa igiene del sonno e che incidono sulla qualità del riposo (es. sonnellini nel tardo pomeriggio e subito dopo cena, lavorare subito prima di coricarsi, frequenti e ripetuti cambi di luogo e di orari etc).

Costrutti psicopatologici presenti nell’insonnia

I fattori specifici che contribuiscono a mantenere l’insonnia sono molteplici e spesso interagenti tra loro: meccanismi cognitivi, affettivi e comportamentali (e.g., Morin & Espie, 2004). Si crea una sorta di circolo vizioso: le preoccupazioni e ruminazioni legate al non riuscire a dormire e agli effetti di una notte insonne sulle attività del giorno dopo provocano un’attivazione del sistema nervoso che rende a sua volta difficile il sonno. Anche le credenze irrealistiche sul sonno e sul bisogno di sonno, che tendono ad aumentare le preoccupazioni sull’insonnia e ad alimentare l’attivazione e l’ansia, producono poi un circolo vizioso che mantiene il disturbo del sonno.

In particolare, secondo il modello cognitivo dell’insonnia proposto da Harvey (Harvey, 2002; 2005; Espie et al. 2006), l’insonnia sarebbe sostenuta da una “cascata” di processi cognitivi presenti sia di notte sia di giorno:

  1. Gli individui con insonnia soffrono di pensieri intrusivi spiacevoli ed eccessiva paura durante il periodo di pre- addormentamento.
  2. Paure ed eccessive ruminazioni scatenano arousal fisiologico/emotivo e stress (stato ansioso).
  3. Lo stato ansioso determina un restringimento del focus attentivo che porta a sovra-monitorare stimoli interni (sensazioni fisiche) o esterni (stimoli ambinetali) che minacciano il sonno. Quindi le chances di percepire stimoli che minacciano il sonno aumentano.
  4. Gli individui sovrastimano l’entità del disturbo del sonno (di notte) e del deficit di performance (di giorno). I processi di sovra attenzione e sovra stima del disturbo del sonno incrementano lo stato di paura iniziale.
  5. Credenze erronee sul sonno e comportamenti di compenso contribuiscono ai processi di mantenimento dell’insonnia.

L’automaticità del ciclo sonno-veglia può inoltre essere inibita da tre fattori cognitivi:

  • Attenzione selettiva verso il sonno
  • Intenzione di dormire (a tutti i costi)
  • Sforzo per dormire

Inoltre, spesso i tentativi di soluzione e i rimedi per l’insonnia che le persone insonni mettono spontaneamente in atto per contrastare il disturbo sono controproducenti, alimentando l’insonnia: i sonnellini pomeridiani o l’anticipare l’ora di addormentamento sono tentativi di soluzione che però non fanno altro che peggiorare il problema. Infine, anche le abitudini di vita come l’orario in cui ci si mette a letto, il consumo di alcolici, caffeina, l’alimentazione e l’attività fisica possono alterare il sonno provocando insonnia.