I disturbi sessuali appartengono a un’area estremamente eterogenea della psicopatologia. Nel DSM-5 tale area nosografica viene definita come “ disfunzioni sessuali ” e comprende i seguenti disturbi:
Le disfunzioni sessuali, pur nelle loro diverse caratteristiche cliniche, sono caratterizzate da un’anomalia nel processo che sottende il ciclo di risposta sessuale, o da dolore associato al rapporto sessuale. Il ciclo di risposta sessuale può essere suddiviso nelle seguenti fasi:
La categorizzazione delle disfunzioni sessuali discrimina secondo le diverse modalità d’esordio, anche se possono essere sottese diverse cause eziologiche ai vari disturbi sessuali e conseguenti diverse modalità di intervento psicoterapeutico.
Oltre questi sottotipi il clinico, per valutare correttamente le disfunzioni sessuali si devono considerare altri elementi che possono aiutare a definire meglio il disturbo, quali:
Le disfunzioni sessuali possono avere una causa fisica o psicologica. Nella maggior parte dei casi l’origine è psicologica, ma è fondamentale escludere eventuali cause organiche attraverso vari approfondimenti da valutare caso per caso, dopo una consulenza medica.
I pazienti che presentano disfunzioni sessuali spesso sono persone che si approcciano all’intimità con pensieri ed emozioni congrue con un’area vissuta come problematica. Spesso questa sofferenza accompagna il soggetto non solo durante l’atto sessuale, ma già nelle ore precedenti. Parliamo allora di ansia anticipatoria, quando cioè inizia a pensare all’avvicinarsi di quel momento in termini astratti e negativi, fenomeno psichico meglio noto come rimuginio. Se provassimo ad analizzare il contenuto del pensiero che regola la reazione ansiosa in questi soggetti, spesso ci troveremmo di fronte a quella che viene chiamata “ansia da prestazione”, che impedisce di vivere la propria sessualità come momento di piacere, ma al contrario come test sulle proprie capacità sessuali. L’attenzione selettiva non è più centrata sul “cosa”, ma su “come” lo sta provando e l’esito dell’esperienza ha la meglio sul piacere di viverla. Il fallimento di tale prestazione può portare tutta una cascata di sintomi secondari di natura svalutativa rispetto all’immagine di sé, con conseguenti vissuti di tristezza e rabbia. Tanto più è in atto, all’interno della sessualità, un test sul valore della persona, tanto più la stessa persona non accetta che vi possano essere incertezza rispetto all’esito. Stiamo parlando, in questo caso, di un’altra tipologia di pensieri tipica dei pazienti ansiosi, cioè l’intolleranza all’incertezza, che li fa avvicinare a quell’evento solamente quando hanno la percezione, fallace e disfunzionale, di poterne controllare l’esito; fallace e disfunzionale poiché tale pensiero mantiene e rinforza il circuito problematico, portando il soggetto a vivere la sessualità spesso attraverso un evitamento massiccio. Questo comportamento, pur sembrando al paziente funzionale a non vivere quegli scenari da lui letti come catastrofici, non fa altro che rinforzarli, oltre che portare in aggiunta una sintomatologia depressiva causata da un forte abbassamento della qualità della vita
© 2020. Alessia Perez - Psicologa Psicoterapeuta